Amo ragionare in termini di Psicosomatica e adoro la sua chiave di lettura per comprendere il nostro sistema corpo-mente-spirito.
Sintetizzando, è la materia che osserva e spiega le manifestazioni emotive nel corpo fisico, quelle manifestazioni che denunciano un turbamento sul piano psichico di un individuo, che fungono da messaggere e moderatrici nella comunicazione tra conscio ed inconscio. Per essere funzionale viene utilizzata dall’operatore che osserva ed interpreta i disturbi, che rende partecipe la persona coinvolta e la porta alla consapevolezza delle ragioni inconsce del suo malessere, abbinandola poi a cure naturali come omeopatia e floriterapia. Finalità della Psicosomatica è portare informazioni e promuovere l’equilibrio psicofisico in quel soggetto coinvolto dal turbamento emotivo in atto. Il processo in divenire di un soggetto che somatizza ed intende pacificarsi con se stesso è trasformativo, catartico, e gli aspetti fondamentali che lo permettono sono la volontà di stare bene e la voglia di partecipare come attore responsabile dell’azione, l’intenzione di osservare e comprendere ciò che accade interiormente, la neutralità e l’assenza di giudizio nei propri confronti durante il processo. E aggiungo fiducia, coraggio e umiltà. Fiducia nella figura di riferimento che guida il processo, fiducia in se stessi, fiducia nell’Intelligenza che direziona la vita, fiducia che tutto accade per portare il massimo bene. Coraggio ed umiltà perché sono le nobili caratteristiche del cavaliere che affronta la vita consapevolmente e ne fa una grande opera per sé e per gli altri. Cos’è la salute quindi? È quella condizione di pace ed assenza di dolore in cui la persona si trova nei diversi periodi della sua vita, a volte più estesi, a volte meno. È biologico che lo stato di salute sia ciclicamente perturbato poiché la vita è regolata dalle leggi di natura che comportano obbligatoriamente espansione e contrazione, equilibrio ed entropia. È proprio questa dinamicità che mantiene la vita e le permette di evolvere e migliorare di volta in volta. Per guadagnare salute è fondamentale liberarsi dai condizionamenti, ambientali e sociali, poiché sono proprio quei condizionamenti che ci fanno sentire impediti nel procedere e ci tengono lontani dalla realizzazione. Sono come catene che ci tengono imbrigliati. Entro in un territorio difficile da trattare parlando di condizionamenti (società ed educazione) ma è impossibile negare che l’infelicità delle persone sia fortemente legata al grado di insoddisfazione che viene dalla sensazione di costrizione derivante dallo stato dissonante di esistenza di se stessi nella propria vita. Cosa voglio dire: ognuno di noi è una creatura dotata di un aspetto più fisico ed un altro più psichico, entrambi questi aspetti di noi sono vivi ed hanno necessità da appagare; quando ciò non avviene si inizia a percepire uno stato d’animo di incertezza, come se qualcosa non andasse come dovrebbe ma non si riuscisse a capire cosa né perché. L’aspetto psichico, o inconscio, patisce l’indifferenza nei suoi confronti e, dato che è in esso che stanno sogni ed obiettivi, quando lo ignoriamo principia il nostro stato di inquietudine. I condizionamenti, positivi o negativi che siano, che riceviamo fin da piccoli, fanno parte del metodo istruttivo di chi ha il compito di educarci e ci danno una direzione, un corridoio da percorrere. Spesso ci rendiamo conto invecchiando che quelle indicazioni non ci hanno sempre aiutato, perché le nostre scelte sono state influenzate (talvolta dall’educazione ricevuta, a volte dalle condizioni esterne o ancora da azioni pregresse di nostri familiari) e ci accorgiamo che forse le decisioni che avremmo intrapreso sarebbero state differenti se ci fossimo sentiti liberi di fare ciò che sentivamo dentro. Non ci sono colpe, solo esperienze che ci insegnano a prendere in mano la nostra vita per farne il nostro capolavoro. Non tutti lo sappiamo ma siamo gli artisti della nostra esistenza e dobbiamo crearla e plasmarla con fantasia e vivacità. Da questo dipende la nostra felicità. Il fondamento di tutto ciò è una cosa semplice e banale, che però sfugge alla maggior parte degli esseri umani: dobbiamo sapere chi siamo, chi siamo davvero, ed esserlo! Ed ecco che giunta a questo punto torno al tema principale del testo e provo a spiegare concisamente come avviene la comunicazione della psiche che si esprime attraverso i perturbamenti fisici, che solitamente chiamiamo malanni. Se la strada per la felicità sta nell’essere ciò che siamo, prima di tutto dobbiamo conoscere la nostra essenza profonda e poi permetterle di manifestarsi. Tolti i rari casi in cui la comunicazione tra conscio ed inconscio avviene in modo naturale per via di predisposizioni innate nel soggetto, queste due fondamentali parti di noi si confrontano attraverso emozioni, sensazioni, malattie e disturbi in genere. Forse l’inconscio dà per scontato che la struttura dell’essere umano sia in grado di cogliere razionalmente quei messaggi, interpretarli e rielaborarli per renderli utili al processo di crescita… Dunque, lo scompenso che si verifica nell’organismo umano è dato dall’intenzione comunicativa della psiche che intende evolvere e che per farlo cerca all’interno del sistema (corpo-mente-psiche) eventuali ostacoli per poterli superare. Si tratta di adattamento, la psiche vuole portare l’intero sistema verso una condizione sempre più perfetta e per questo evidenzia le vecchie modalità di quel sistema che sono ormai obsolete ed esigenti di rinnovamento. È biologia. Le creature viventi effettuano ciclicamente adattamenti evolutivi per sopravvivere e l’Uomo non fa differenza. L’Uomo è un mammifero e sottostà alle dinamiche biologiche della natura. Così come un anfibio impara a respirare sulla terra ferma quando le acque si ritirano, l’essere umano modifica il suo fenotipo ed i suoi comportamenti per adattarsi all’ambiente e perpetrare la specie. È la base della teoria evoluzionista. A causa di ciò, sul piano fisico possono verificarsi problematiche di vario genere quando la psiche ritiene che vada rinnovato il sistema e tutto questo meccanismo, che definirei geniale, è probiotico quindi personalmente penso sia giusto ringraziarlo anziché combatterlo. Vediamo degli esempi: il signor Mario Rossi, impiegato d’ufficio con stipendio sicuro, corretta alimentazione, sufficientemente sportivo, rapporto sereno con la moglie, che trascorre il tempo libero giocando con i suoi figlioli nel weekend. Si direbbe conduca una vita sana e piacevole. Al signor Mario però cala la vista verso i cinquantanni, riscontrano anomalie epatiche e cardiache intorno ai cinquantacinque e dieci anni dopo decede di infarto. Tutti lo piangono ed accusano la vita di essere crudele ed ingiusta (ricordiamoci comunque che, sebbene sia triste e doloroso perdere qualcuno, la morte fa parte della vita tanto quanto la nascita). Quel che non si considera in questa storia è che Mario Rossi sognava fin da bambino di viaggiare e scoprire il mondo, si sentiva uno spirito libero e forse avrebbe fatto il reporter se non fosse che, giunto ai vent’anni, scelse di trovarsi un lavoro con prospettive più sicure e creare una famiglia (forse perché condizionato a credere fosse meglio così?). Quando cominciò a perdere la vista, l’inconscio voleva dirgli che ciò che vedeva di fronte a sé non era quel che lo faceva davvero felice, che mancava la soddisfazione del suo lato emotivo infantile ( e che per riguadagnare la vista avrebbe dovuto apportare delle modifiche nella sua vita, magari sarebbe bastato concedersi un viaggio avventuroso ogni tanto). Quando è stato il momento di fegato e cuore, coinvolti perché il precedente messaggio era stato ignorato, l’inconscio voleva dirgli che era arrabbiato e triste, ma anche questo suggerimento venne trascurato e la salute del signor Rossi continuò a peggiorare, finché un giorno il cuore, forse toccato particolarmente da uno specifico accadimento strettamente correlato con il suo sogno interrotto, andò in blackout e si fece sopraffare dall’infarto. Quindi, se Mario Rossi avesse colto gli stimoli adattivi dell’inconscio, egli avrebbe vissuto più a lungo e con più entusiasmo. Ancora un esempio: il giovane Federico, ragazzo di 16 anni, ha continuamente mal di gola e raffreddore e nessuna terapia allopatica è funzionale. Costui è un adolescente timido e riservato. Attraverso questi piccoli malanni cronici l’inconscio vuole suggerire a Federico, che non parla mai di sé e non esprime a nessuno i suoi stati d’animo, di aprirsi e comunicare le sue emozioni e le sue capacità, che senz’altro egli nasconde. Se il ragazzo comprende questo messaggio la sua vita può migliorare e quei disturbi dissolversi, altrimenti potrebbe sopraggiungere un tunnel carpale infiammato o una cervicalgia invalidante o magari, nel peggiore dei casi, un polpo in gola. Potrei continuare all’infinito, ma sono sicura che il lettore avrà compreso. È ovvio che quando il conflitto psicosomatico viene tralasciato a lungo e le condizioni fisiche divengono critiche, non è più sufficiente la sola elaborazione del messaggio inconscio per guarire ed è necessario anche un intervento esterno, che potrebbe essere omeopatico, naturopatico, floriterapico, fitoterapico o quant’altro. Qualora le condizioni fossero davvero difficili si potrebbe anche ricorrere alla medicina allopatica o ad un intervento chirurgico. Ciò che conta è che si preveda la comprensione del male e la sua trasformazione, per evitare che quel male si riproponga. Si può lavorare sul sistema corpo-mente-psiche con il massaggio, ne esistono tantissime varianti, tramite il counseling o meglio ancora attraverso le due cose contemporaneamente. Personalmente confido molto nel potere curativo della catarsi quindi menziono tra i vari strumenti terapeutici anche l’esperienza di vita stessa, vissuta in Consapevolezza, osservata, interpretata, compresa, accettata ed integrata. Per quanto riguarda il mio metodo di lavoro nella relazione d’aiuto, posso dire che prima di decidere come intervenire in modo specifico ascolto il racconto di vita del cliente ricercando il filo conduttore della sua storia emotiva e fisica, andando ad identificare quelli che sono i punti cardine che hanno portato allo squilibrio. Uno sguardo al passato per comprendere meglio il presente (evitando attentamente di finirci dentro come se fosse una palude nella quale affondare), per porre le basi verso la costruzione di un futuro piacevole e soddisfacente. In questa fase è ottimale cogliere quelli che sono gli obiettivi che il cliente intende raggiungere, così che fungano da motore per la forza di volontà durante tutto il percorso evolutivo. Più che mettere in luce le problematiche metteremo l’accento sulle azioni positive che il cliente sarà in grado di attuare, al fine di migliorare da quel momento in poi la qualità della sua vita. Ogni persona è un universo a sé quindi per procedere sceglierò tra gli strumenti a mia disposizione quali utilizzare per creare un percorso su misura che sia il meglio per l’ospite in questione. Senz’altro sarà mio piacere e dovere trasmettere al cliente l’importanza della sua partecipazione attiva e la sua indipendenza dal mio operato, così che dopo aver impostato le basi per cambiare vita possa continuare autonomamente ed io divenga solo più una persona di riferimento occasionale. Abbinerò il counseling al massaggio o alla tecnica cranio sacrale e grazie allo scambio verbale con il cliente identificherò i passaggi da seguire per giungere al risultato ricercato; potrei fare trattamenti energetici per riequilibrare il flusso di vitalità nel corpo o riferirmi agli strumenti della tecnica vibrazionale che permettono di conoscere in profondità l’Io e la propria missione di vita; forse sarà utile un trattamento con la campana tibetana, sicuramente userò la kinesiologia integrativa per mettere in comunicazione gli emisferi cerebrali e portarli ad unire le loro forze per il raggiungimento dell’obiettivo comune… Senz’altro osserverò il corpo di chi sarà con me e gli chiederò di ascoltare le sue sensazioni, che guideranno i miei gesti e le mie parole. I segnali del corpo saranno i messaggi che io interpreterò per condurre il percorso di risoluzione.
Ma cos’è la Psicosomatica, come funziona ed a cosa serve?
È l’adattabilità la componente più importante per stare bene e la salute di una persona dipende in gran parte da lei. Se le persone sono flessibili e disponibili ad esplorare la vita con un atteggiamento di apertura ed obiettività, sono pronte a lasciarsi attraversare dal flusso stesso della vita ed evitano quelle situazioni di blocco che conducono immancabilmente al dolore. D’altra parte è osservabile nella natura intorno a noi: l’acqua scorre e si fa strada ovunque, non si arresta mai e fluendo ininterrottamente si mantiene sempre pulita. Al contrario, quando è ostacolato il suo passaggio, si creano risacche insalubri come le paludi e gli stagni (che metaforicamente ci riportano alla ritenzione idrica ed alla cellulite).